8.7 Cooperazione allo sviluppo e Internazionalizzazione dell'università

INITIATIVES TO START WITH IMPLEMENTING SUSTAINABILITY PROCESS INTO UNIVERSITY OF BOLOGNA

Alessandra Bonoli – DICAM, Università di Bologna (Francesca Cappellaro, Rosangela Spinelli – DICAM, Università di Bologna; Luciano Morselli, Monica Nicoletti, Marianna Vannini - CIRI Energia e Ambiente; Elena Bernardi - 3Dept. Industrial Chemistry)

In the recent years, voluntary sustainability campus programs are growing in the worldwide. Regional and international conferences, higher education associations and intergovernmental organisations such as UNEP and UNESCO have developed a variety of agreements, declarations and charters on university sustainability with the aim to help, coordinate and strengthen campus efforts. As at 2011 there were more than 30 such international agreements, signed by more than 1400 universities globally (i.e. COPERNICUS Alliance, European Network on Higher Education for Sustainable Development, EAUC, the  Environmental Association for Universities and Colleges, UK). Furthermore there are also initiatives working at international level, such as the International Sustainable Campus Network (ISCN) and the Global University Leaders Forum (GULF) or the Global Universities Partnership on Environment and Sustainability (GUPES): an intergovernmental platform launched in 2010 that engages universities globally in responding to the challenges of sustainable development, by supporting innovative and relevant approaches to education. All these programs and initiatives aspire to help universities to commit themselves to principles of sustainability and give the impulse to start with implementing sustainability into every day processes. In its more than 900 centuries of history, University of Bologna has been geographically expanded through the city acquiring more and more separate buildings instead of being concentrated in few campus. The university is complex, multi-faceted entity with diverse organisational subcultures, traditions and concerns and the transitory nature of university life for the bulk of the campus community can mean that the real impacts of the institution remain unacknowledged. In the paper a first attempt to collect some initiatives in the sustainability field is reported. The actions are categorized by social and environmental sustainability issue.

"DECOSTRUIRE PER COOPERARE": DISTRUGGERE LE CERTEZZE PER APRIRSI ALLA COMPLESSITÀ

Angelo Stefanini – Università di Bologna

La cooperazione con i Paesi in via di sviluppo fornisce un apporto fondamentale all’università che, attraverso un processo di internazionalizzazione, intenda acquisire una prospettiva globale e induce a considerare con nuove prospettive i temi dello sviluppo locale e della innovazione. L’esposizione di docenti e studenti alla cooperazione allo sviluppo, per ragioni sia di ordine etico sia di crescita umana e professionale, crea nuove competenze e genera speciali sensibilità ad apprezzare la diversità, combattere il pregiudizio, gestire il cambiamento e le dinamiche che plasmano la società. D’altra parte l’università deve aiutare i giovani che intendono entrare come professionisti competenti nel mondo della cooperazione allo sviluppo. Affinché la loro esperienza non si riduca a un mero trasferimento di conoscenze e tecnologie, a uno sterile atto di beneficenza o di odioso neo-colonialismo, è necessario un processo di “decostruzione” dei numerosi luoghi comuni e stereotipi che fanno parte della convenzionale narrazione corrente del “sottosviluppo” e dell’”aiuto allo sviluppo”. Questo paper intende discutere, attraverso l’esperienza del Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale (CSI) dell’Università di Bologna, della necessità di un salto di paradigma nella formazione rivolta a studenti di medicina (e altre professioni della salute) interessati alla cooperazione internazionale allo sviluppo, in particolare la cooperazione sanitaria. Un percorso formativo che prepari il professionista della salute a incontrare le realtà della povertà, della esclusione e della disuguaglianza nel Sud come nel Nord del pianeta deve, partendo da un’opera di “distruzione delle certezze”, aprirsi alla complessità, allargarsi alla processualità, denaturalizzare i processi storici e analizzarne l’impatto, e infine decostruire per ricostruire con altri saperi e con saperi 'altri’. L’importante è] stimolare il pensiero critico, facendone strumento principale di lavoro.

ESPERIENZE DI PARTECIPAZIONE UNIVERSITARIA PER UNA NUOVA AGENDA DELLO SVILUPPO

Emmanuel Di Tommaso – Parsud, l'Orientale per la Partecipazione e i Sud del Mondo (Simona Epasto – Dipartimento di Scienze Cognitive, della Formazione e degli studi Culturali, Università di Messina; Daniela Capalbo, Angela Bonavita, Daniela Porpiglia - Parsud, l'Orientale per la Partecipazione e i Sud del Mondo)

A più di un decennio dalla Conferenza del Millennio, la prospettiva Post-2015 si traduce nello sforzo di accrescere l’efficacia di obiettivi, strategie e strumenti nel quadro di integrazione e coordinamento tra i molteplici attori della cooperazione allo sviluppo. La “conversazione globale” è già cominciata, avvalendosi ora  di una serie di consultazioni per rispondere alla richiesta di una maggiore partecipazione nella formazione di una nuova agenda per lo sviluppo post-2015. E’ una novità ed insieme una conquista. Questa ricerca analizzerà il potenziale contributo delle Università al dibattito globale e il ruolo della cooperazione interuniversitaria. Essa rappresenta il punto di raccordo fra cooperazione internazionale allo sviluppo e cooperazione decentrata, fonte di rinnovamento nella concezione di uno sviluppo fondato su partecipazione, empowerment dei territori e cosviluppo. Il programma Universitas, promosso dall’ILO e all’interno dell’iniziativa ART, promuove in tal senso la partecipazione delle Università dei “Sud” e dei “Nord” nella ricerca e divulgazione di informazioni e innovazioni sullo sviluppo umano locale e sulla cooperazione multilaterale, realizzando in questo modo quella “cooperazione di sistema” in cui passioni e interessi sono convergenti e compatibili, al “Nord” come al “Sud”. Le Università, a livello locale, prendono parte ai programmi ART GOLD, e organizzano corsi, master e laboratori che si focalizzano sullo sviluppo umano territoriale. In ambito internazionale il programma crea master in Sviluppo Umano Locale e Cooperazione Internazionale nei paesi donatori, per contribuire alla formazione di professionisti dello sviluppo che abbiano gli strumenti concettuali e metodologici per la pianificazione strategica e partecipata di processi di sviluppo locale. La conoscenza, contribuendo all' identificazione stessa di bisogni e risorse, dovrebbe divenire frontiera e insieme “passerella” tra cammini di sviluppo differenti e reciproci.

PARTENARIATO GLOBALE, PARTECIPAZIONE E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: IL RUOLO DELLE CONSULTAZIONI PUBBLICHE AVVIATE DALLE NAZIONI UNITE NELLA COSTRUZIONE DI UNA AGENDA GLOBALE POST-2015 FINALIZZATA AD SVILUPPO MULTIDIMENSIONALE E MULTISCALARE

Simona Epasto – Dipartimento di Scienze Cognitive, della Formazione e degli studi Culturali, Università di Messina

I Millennium Development Goals rappresentano un progetto concordato che ha dato vita a sforzi sinergici senza precedenti. Dalla loro enunciazione, sono diventati il fulcro per i dibattiti di politiche ed azioni in materia di sviluppo economico e sociale; riunioni e conferenze si sono tenute regolarmente al fine di ribadirne l’importanza, riaffermare l’impegno preso e valutare i progressi compiuti. Tra i Goals, la creazione di un partenariato globale per lo sviluppo viene spesso considerato l’anello debole della catena, sia in relazione alle difficoltà per gli attori principali delle politiche di cooperazione allo sviluppo di convergere su obiettivi comuni attraverso un dialogo costruttivo finalizzato ad azioni efficienti ed efficaci, sia per la necessità di delineare nuove forme di cooperazione che partano dal confronto e dal coinvolgimento degli attori non istituzionali del vivere civile. In tale ottica, l’ONU ha invitato all’adozione di un processo pubblico bottom-up e partecipativo finalizzato all’analisi dei progressi e dei successi in relazione allo sviluppo ed alla elaborazione di nuove proposte, in modo tale da modellare le priorità creando un più forte senso di appartenenza delle comunità. A tal fine, sono state avviate una serie di consultazioni per rispondere alla richiesta di una maggiore partecipazione nella formazione di una nuova agenda per lo sviluppo post-2015, che costituiscono una novità ed una conquista per le metodologie adottate e per l’interesse suscitato.

La presente ricerca si propone di analizzare quale sia il contributo al dibattito globale di tali consultazioni, che contribuiscono a rivelare le priorità della gente e forniscono input fondamentali per la discussione di un futuro programma di sviluppo post 2015. Al contempo, la ricerca approfondisce quali siano le potenzialità della cooperazione inter-universitaria come punto fondamentale di raccordo fra cooperazione internazionale allo sviluppo, cooperazione decentrata e cooperazione territoriale, fonte di rinnovamento nella concezione di uno sviluppo fondato su partecipazione, diritti e libertà, sul rafforzamento delle capacità territoriali nel contesto globale e sulla creazione di un reticolo di scambi che costituisca la piattaforma per la costruzione di nuove politiche di sviluppo multidimensionale.

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