8.3 Dal rapporto donatori/beneficiari alla trasformazione reciproca: immaginare e valutare la dimensione relazionale nelle iniziative di cooperazione decentrata

DECENTRALISED COOPERATION AS A POLICY FOR LOCAL CHANGE AND INTERNATIONAL PARTNERSHIP: THE EXPERIENCE OF TRENTINO IN THE BALKANS AND IN MOZAMBIQUE

Stefano Rossi - Training Centre for International Cooperation (Sara Franch, Jenny Capuano, Paolo Rosso, massimo De Marchi - Training Centre for International Cooperation)

Local Authorities (LAs) have assumed an innovative role in international relations and in particular in development cooperation. Even though a commonly shared definition of decentralised cooperation is still missing, the literature available identifies among its main features the leading role of LAs, the involvement of different types of actors in both territories and the establishment of relationships between actors of distant communities/territories based on mutual exchange/learning and ultimately reciprocity. The study focuses on the decentralised cooperation policy implemented since the late Nineties by Trentino in three municipalities in the Balkans and in a rural district in Mozambique. The research is a unique exercise that analyses a long-term (over 15 years) decentralised cooperation policy which is still ongoing. Aim of the research was to assess whether the ambitious requirements of decentralised cooperation policies have been put into practise and to what extend.  The paper draws attention on how LAs and non-state-actors interact in defining decentralised cooperation policies, setting priorities and implementing programmes. In particular the paper analyses the evolution of the ambitious objectives set within the four case studies, the extent to which priorities were set in a spontaneous way, often not explicit, and how they changed over time, influenced by the ideals motivating each organisation involved.  The study analyses to what extent the province of Trento was able to play the role(s) attributed to LAs, identifying an overall trend from active to distant partner.  The research shows also that while most of the criteria commonly adopted for defining decentralised cooperation were put into practice, the concept of mutual exchange remained less operational within programmes and projects. The research identifies exceptions in those cases when the actors developed professional interest in establishing a partnership with local counterparts.

L'UNIVERSITÀ COME ATTORE DI COOPERAZIONE DECENTRATA: L'ESPERIENZA DEL PROGETTO UNICOO DELL'UNIVERSITÀ DI TORINO

Egidio Dansero – Università degli Studi di Torino

Il progetto UniCoo di mobilità di studenti, neolaureati, assegnisti e dottorandi legata a progetti di cooperazione presenta diversi elementi di interessei. In particolare si appoggia a reti di cooperazione decentrata costruiti nel tempo e cerca di promuovere nuovi rapporti di conoscenza e collaborazione tra docenti e gruppi di ricerca dell'Università di Torino con diversi attori (enti locali, ong, associazioni) della cooperazione decentrata piemontese, che attraversa tuttavia una fase di drammatica crisi, per la crisi economica generali e il cambio di orientamento da parte del governo regionale di centro-destra.

NUOVI ITINERARI SOCIALI: LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E LA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE IN TOSCANA

Cristina Capineri – Università di Siena

La presente proposta ha quindi l'obiettivo di identificare teoricamente ed empiricamente, le caratteristiche strutturali-organizzative, i modelli valoriali e culturali delle organizzazioni di volontariato che operano nella solidarietà internazionale e nella cooperazione allo sviluppo su tutto il territorio toscano, nonché analizzare la mission societaria che perseguono, le risorse umane, materiali e simboliche di cui dispongono, le regole che orientano l'agire dei soggetti all'interno delle organizzazioni e verso l'esterno. In particolar modo la ricerca si pone l'obiettivo di evidenziare gli itinerari operativi delle organizzazioni di volontariato, la tipologia delle attività svolte, la numerosità e la qualità delle reti e dei legami, mettendo in evidenza come tali realtà organizzative si inseriscono nel complesso sistema della cooperazione decentrata regionale. Ulteriori obiettivi sono riconducibili all'individuazione dei principali bisogni (formativi, organizzativi, gestionali) e all'analisi delle aspettative di fronte alla complessità e alla eterogeneità degli attori presenti all'interno del modello toscano di cooperazione decentrata.

CONVERGENZA E RECIPROCITÀ SULLA STRADA DEI TALIBÉ” COMPETENZE E PRATICHE DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN SENEGAL

Giulia Gozzelino

Il presente contributo si inserisce nel dibattito sulle pratiche e sugli attori che rafforzano la cultura e l’efficacia della cooperazione e riporta l’analisi di un percorso sviluppato a Malika (Pikine, Senegal) dall’Associazione Renken Onlus e vari partner locali sul tema dei bambini di strada talibé (allievi delle scuole coraniche). La ricerca, condotta nel 2012 nell’ambito del programma UNI.COO, ha previsto:  - l’analisi del contesto fisico e sociale delle daara (scuole coraniche) e delle strade dei talibé;  - l’osservazione partecipante degli scambi tra gli attori cooperanti sul tema della mendicità infantile a Malika durante gli incontri di coordinamento e nel corso delle attività;  - la redazione di appunti etnografici sulle interpretazioni fornite dalle persone con resoconti linguistici formali e informali; - la rilettura dei verbali delle assemblee e dei fascicoli dei progetti con i soggetti coinvolti.  Sono stati inclusi nel processo di progettazione e di sviluppo dell’iniziativa, oltre che nella ricerca, cinquanta soggetti tra cui: i coordinatori del progetto Talibé, i volontari italiani e senegalesi dell’Associazione Renken, i maestri coranici delle scuole e i rappresentanti dei gruppi e degli enti locali di Malika.  E’ stata condotta un’indagine delle competenze che hanno accompagnato il processo operativo e la trasformazione reciproca dei soggetti tra le quali emergono le competenze di mediazione (come comunicazione, ascolto, empatia, gestione dei conflitti, resilienza) e le capacità organizzative (progettualità, definizione e condivisione degli obiettivi, gestione di spazi, tempi e risorse umane, creatività). Le osservazioni hanno portato a una discussione sul senso e sulla interpretazione locale di alcune pratiche come il lavoro di rete, le strategie di empowerment, la progettazione dialogica e a interessanti conclusioni sulla dimensione relazionale delle iniziative di cooperazione decentrata.

 

ENTRE ACADÉMICIENS ET TECHNICIENS : UNIVERSITÉ DE TURIN ET COOPÉRATION DÉCENTRALISÉE PIÉMONTAISE. QUINZE ANS DE RECHERCHE DANS LE DOMAINE DES DÉCHETS.

Roberta Perna – Università di Torino

À partir des années 1940, depuis que la coopération est rentrée dans les discours politiques nationaux et internationaux, les modalités d’implémentations des interventions réalisées ont été plusieurs, ainsi que plusieurs ont été les acteurs engagés dans le jeu de la coopération. Dans ce contexte, la soi-disant « crise de la coopération » a été le résultat de l’incapacité de comprendre en profondeur les mécanismes qui définissent les liens entre les sociétés locales et leur territoire. Par conséquence, il faudrait projeter des interventions de coopération en s’efforçant de saisir les différentes géographies qui sont présentes sur le territoire des projets, pour favoriser sans bouleverser les stratégies de sa gestion.
Sur la base d’un parcours de quinze ans de recherches, cet article veut présenter l’importance du rôle de l’Université de Turin dans une collaboration toujours plus forte entre recherche académique et interventions sur le terrain dans le domaine des déchets dans le Sud du monde, en soulignant la nécessité de comprendre les
territoires, en tant que destinataires des interventions de la coopération, ses acteurs et leurs relations, ses nécessités et désirs, ses langages et significations.

 

IL QUI DELLA DIMENSIONE RELAZIONALE NELLE INIZIATIVE DI COOPERAZIONE DECENTRATA: RIFLESSIONI A PARTIRE DALL’ESPERIENZA DI COOPERAZIONE DECENTRATA DELLE AREE PROTETTE PIEMONTESI

Nadia Tecco - Dipartimento di Scienze Agrazie, Forestali e Alimentari, Università di Torino (Egidio Dansero, Cristiano Lanzano – Università di Torino)

I progetti di cooperazione decentrata realizzati a partire dal 1999 da 13 aree protette della regione Piemonte in alcuni Paesi del Sud del mondo (Burkina Faso, Senegal, Tanzania, Cuba, Brasile e altri) presentano un particolare interesse per una riflessione su senso, possibilità e limiti della cooperazione decentrata e dello sviluppo locale e trans-locale per almeno due ordini di motivi. Da un lato il caso piemontese rappresenta l’esperienza più articolata (in termini di numero di progetti e di coordinamento sul territorio) di realizzazione di interventi di cooperazione decentrata fra aree protette nel contesto italiano. Viene allargata così anche alle aree protette, la sfera degli attori che partecipano a tale attività, riconoscendo a questi soggetti di poter svolgere un ruolo nello sviluppo locale di entrambe le aree, non solo attraverso la protezione e la conservazione dell’ambiente, ma anche attraverso le attività promosse dalla cooperazione decentrata. Dall’altro lato, l’esperienza, considerato il significativo livello di coinvolgimento che ha saputo ottenere dal territorio, rappresenta un’interessante occasione per comprendere il contenuto delle relazioni di cooperazione decentrata, che intercorrono non solo tra i due soggetti principali del partenariato (area protetta al Nord e al Sud), ma specularmente (al Nord e al Sud) a livello locale tra l’area protetta e i soggetti del proprio territorio che con essa hanno partecipato a vario titolo alle iniziative di cooperazione.  Il paper si propone di offrire una riflessione su come in relazione ad altre forme di cooperazione, la “decentrata” non solo ponga in primo piano i rapporti  che si vanno ad instaurare con il territorio di destinazione dell’aiuto, ma anche in quello di origine, attraverso un “effetto boomerang”.

IL PERCORSO DI TRASFORMAZIONE DALLA COOPERAZIONE DECENTRATA ALLA COOPERAZIONE TERRITORIALE CON I BALCANI OCCIDENTALI

Andrea Stocchiero - FOCSIV-Volontari nel Mondo
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