- Programma del Congresso
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Sessioni parallele
- ICT e media per lo sviluppo
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- Attori, reti e processi dello sviluppo economico
- Approcci e metodi della cooperazione allo sviluppo
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Salute globale
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5.1 Formazione all’estero per medici specializzandi
Tutti gli studenti delle scuole di specializzazione della facoltà di Medicina e Chirurgia hanno la possibilità, nell'ambito dei rapporti di collaborazione didattico-scientifica integrata tra università italiane ed università' di Paesi stranieri, di svolgere un periodo di formazione specialistica in strutture sanitarie estere accreditabili o già accreditate in Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Tale periodo trascorso all’estero risulta far parte del percorso formativo non interrompendone la continuità didattica (su indicazione del consiglio della scuola, comma 6, art. 40, D.lgs. 368/99).
L’obiettivo del panel è duplice. Da un lato motivare i Direttori delle Scuole di Specialità affinché stimolino la partecipazione degli studenti a periodi di studio all’estero superando le difficoltà organizzative di reparto. Dall’altro fornire agli specializzandi le informazioni relative a tali opportunità e alle modalità di accesso alla medesima che è altamente formativa professionalmente e, allo stesso tempo, comporta un grande coinvolgimento umano.
Lo specializzando ha l’opportunità di conoscere una realtà diverse da quella italiana, avere una formazione personale su argomento concordato tra Ong e Scuola di Specialità in ambito diversificato a seconda della specialità, approfondire competenze e abilità legate alla specializzazione, prepararsi a un impegno futuro nella cooperazione internazionale o ad affrontare le sfide della salute globale nel proprio paese, tenere corsi di formazione del personale locale su temi specifici, restituire i contenuti dell’esperienza fatta tramite relazioni e/o la stesura di una tesi inerente l’esperienza all’estero.
Referenti panel:
- Giovanni Renga, Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva - Università di Torino, giovanni.renga@unito.it
- Luisa Mondo, Epidemiologia Regione Piemonte, luisa.mondo@epi.piemonte.it
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5.2 Governance globale della salute, sistemi di salute e cooperazione allo sviluppo
La salute globale è un’area emergente di studi, ricerca e pratiche interdisciplinari che considera gli effetti della globalizzazione sulla salute con particolare attenzione alle questioni inerenti ai suoi determinanti sociali e alle iniziative di carattere transnazionale, e alla loro interazione con i sistemi nazionali e locali. Il tema della cooperazione internazionale allo sviluppo fa parte integrante dell’agenda della governance globale “della” e “per” la salute, soprattutto a seguito dell'emergere nell'ultimo decennio di nuovi attori non governativi sovra-nazionali che vengono a modificare sostanzialmente gli equilibri di potere e i processi decisionali globali riguardo alla salute. In tale contesto, nel 2009 il Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, ha prodotto il documento Salute Globale: Principi Guida della Cooperazione Italiana inteso a “guidare i programmi sanitari della Cooperazione Italiana, a rafforzare la complementarità e la coerenza del sistema italiano di cooperazione, e a promuovere l’allineamento delle politiche di aiuto pubblico allo sviluppo alle politiche dei paesi partner, così come l’armonizzazione con quelle degli altri donatori, e in particolare dell’Unione Europea.” Declinando il tema sia secondo la questione “partenariati e sistemi per la cooperazione”, sia sul piano dell’interazione tra saperi e poteri globali e processi di sviluppo locali, questo Panel intende esplorare il ruolo delle università nell’approfondire e applicare nella pratica tali principi guida (lotta alla povertà e alle diseguaglianze, accesso universale ed equo ai servizi sanitari, rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali, partecipazione delle comunità, partenariato internazionale nella ricerca scientifica e nella formazione, efficacia dell’aiuto). In questo contesto assume particolare rilevanza il rilancio dei principi contenuti nella Dichiarazione di Alma-Ata (1978). Tra quelli anche quello di garantire l’accesso ai farmaci essenziali a tutta la popolazione (cui oggi si aggiunge la necessità di far fronte al problema globale dei farmaci contraffatti). Le università italiane possono perseguire questo scopo attraverso attività di ricerca, con appropriati percorsi di formazione interdisciplinare e interculturale, e fornendo adeguato know-how e tecnologia appropriata, nonché sostenendo – interagendo con le istituzioni competenti e con la società civile - interventi mirati di informazione, prevenzione e controllo.
Referenti panel:
- Paola Brusa, Dip. Scienza e Tecnologia del Farmaco - Università degli Studi di Torino, paola.brusa@unito.it
- Eduardo Missoni, Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico - Università Bocconi, eduardo.missoni@unibocconi.it