Cooperazione culturale

  • 6.1 Le medicine tradizionali e i saperi locali: orientamenti nelle politiche, interventi di cooperazione e dinamiche della ricerca

    Il panel intende proporre una riflessione sulle relazioni tra i sistemi di saperi curativi cosiddetti “tradizionali” e le politiche e gli interventi di cooperazione allo sviluppo attuati alle diverse scale. Che caratteri assumono, che ruolo svolgono e come si stanno trasformando le medicine tradizionali nel Nord e nel Sud del mondo? A quali bisogni rispondono e quali dinamiche di interazione vanno sviluppandosi con le medicine ufficiali? Quali sono le strategie di intervento degli organismi internazionali nell’ambito delle medicine tradizionali? Quali le politiche nazionali dei diversi paesi? Come si inserisce la cooperazione allo sviluppo in questo quadro? Qual è il possibile ruolo della ricerca universitaria? I progetti di cooperazione allo sviluppo che si propongono di migliorare l’accesso e il diritto alla salute trovano “sul campo” diversi concetti di malattia, cura, salute che coesistono, configgono e dialogano. Come confrontarsi e interagire con queste dinamiche? Al contempo, la produzione di medicine tradizionali e il sapere locale che ne è all’origine sono strettamente legati alla diversità culturale delle popolazioni coinvolte, nonché al diritto alla vita. Entrambi gli aspetti ricevono tutela giuridica sulla base di principi riconosciuti dagli ordinamenti interni così come dall’ordinamento internazionale, soprattutto su scala regionale. Quali organi hanno esplicitamente riconosciuto un diritto collettivo delle popolazioni all’utilizzo della terra e delle risorse naturali? Come tutelare il sapere tradizionale, alle diverse scale, e garantire il riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale in capo alle popolazioni indigene? Il panel è aperto a interventi volti ad approfondire uno o più di questi aspetti, apportando riflessioni maturate in seno alla propria attività ricerca e presentando eventuali esperienze di ricerca e casi di studio.

    Referente panel:

  • 6.2 Collaborare alla conservazione del patrimonio culturale nel Sud del mondo

    Esiste una linea di confine tra cooperazione allo sviluppo e cooperazione culturale che spesso non viene individuata. La cooperazione culturale presenta tuttavia sue specificità che devono essere valorizzate. Essa riguarda atenei e istituzioni di ricerca impegnate in progetti di cooperazione spesso relativi gli ambiti dell’etnologia, dell’etnografia, dell’archeologia e della storia. In Italia esiste una tradizione specifica in quest’ambito: si tratta delle Missioni etnologiche e archeologiche promosse dal Ministero degli Affari esteri. Analogamente il Ministero degli Affari esteri francese supporta la cooperazione scientifica attraverso il programma CORUS (Cooperation pour la recherche universitaire et scientifique). In entrambi i casi, la cooperazione culturale opera per lo studio, la salvaguardia e la valorizzazione dei patrimoni culturali locali. Il panel intende dunque mettere a confronto diverse esperienze internazionali, in particolare italiane e francesi, nell’ambito della cooperazione culturale per la salvaguardia dei patrimoni locali.

    Il patrimonio culturale e i processi di patrimonializzazione sono divenuti temi chiave per le scienze umane e sociali, e rappresentano oggetti cruciali delle politiche di sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Si assiste a una crescente consapevolezza delle criticità relative alla gestione del rischio in quanto minaccia alle proprietà culturali sia a livello dei singoli siti sia nella dimensione regionale. Le università e gli enti di ricerca hanno un ruolo da svolgere in termini di formazione, gestione, trasferimento e disseminazione delle conoscenze relative al patrimonio culturale presso i diversi stakeholders (responsabili delle politiche culturali, comunità locali). Scopo fondamentale del panel è quello di lanciare una riflessione sulla cooperazione nella ricerca accademica e scientifica, incentrata sui processi di patrimonializzazione dei paesi del Sud del mondo. Il panel rifletterà sulla necessità di migliorare le conoscenze e sviluppare le abilità degli operatori del patrimonio culturale, dei professionisti del rischio e delle stesse comunità, relativamente ai meccanismi di protezione, conservazione e management del patrimonio. La sovrapposizione di interessi accademici e politici in questo ambito può offrire opportunità di finanziamento e portare benefici materiali agli attori locali così come alle università e ai gruppi di ricerca. Partendo dall’analisi di diversi progetti di cooperazione relativi al patrimonio culturale, il panel prenderà in considerazione i vari attori implicati (i ricercatori e i loro studenti, i rappresentanti dei musei nazionali, le comunità locali) e i complessi processi di negoziazione che caratterizzano le diverse fasi dei progetti. Più in generale verranno discussi i conflitti e le implicazioni politiche relative alla conservazione del patrimonio culturale.

    I paper affronteranno i seguenti punti da una prospettiva multidisciplinare:

    - come costruire conoscenze accademiche sul patrimonio culturale prendendo in considerazione i complessi temi dell’identità, della memoria e delle rivendicazioni sulla terra;

    - come conservare il patrimonio culturale e trasformarlo in un’opportunità di empowerment economico delle comunità;

    - come creare e rafforzare reti di cooperazione tra istituzioni di ricerca e università del nord e del sud del mondo specializzate nei temi del patrimonio culturale;

    - come sostenere le équipe che lavorano sul patrimonio e sui processi di patrimonializzazione e contribuire alla formazione del personale del sud;

    - come rinforzare le reti di cooperazione della ricerca a livello regionale e internazionale.

    Referenti panel:

  • 6.3 Conoscere per cooperare meglio: il contributo delle scienze umane per una cooperazione interculturale allo sviluppo

    Questo panel vuole essere prima di tutto interdisciplinare e stimolare una riflessione sul contributo che scienze umane quali la linguistica, l’antropologia e l’archeologia, possono e devono dare ad una cooperazione allo sviluppo che tenga conto delle specificità culturali di tutti gli attori coinvolti in un progetto. La convinzione dei proponenti è che una buona analisi preventiva del territorio, dei gruppi umani che in esso si muovono e interagiscono (e che a volte entrano in conflitto), delle loro culture e lingue specifiche (molto spesso radicalmente diverse) – soprattutto nei paesi e nelle aree più povere del sud del mondo – sia necessaria alla costruzione di progetti di cooperazione che portino frutti reali in termini di empowerment, presa in carico delle attività proposte e responsabilizzazione degli attori locali al fine di ottenere una maggiore stabilità del sistema di partenariato e un’auspicabile continuità nel tempo dei progetti proposti dai partner internazionali che mirino ad uno sviluppo compatibile. Tale convinzione nasce dall’esperienza diretta dei proponenti del panel, i quali hanno partecipato in prima persona a progetti di cooperazione nati nell’ambito dell’ecofarming, del turismo sostenibile e della revitalizzazione linguistica e culturale che si sono rivelati vincenti dal punto di vista dei risultati ottenuti sul territorio. Tali progetti prevedevano una modalità di approccio alle popolazioni locali che ne valorizzava la cultura e le tradizioni, in un’ottica che potremmo definire di tutela dinamica del passato, che aveva come fine ultimo quello di rassicurare le comunità coinvolte nel progetto dal punto di vista del rispetto e della tutela del loro patrimonio tradizionale, al fine di metterle nelle condizioni di aprirsi più serenamente alle nuove prospettive di crescita eco-compatibile promosse dai promotori dei progetti sul terreno.

    Referenti panel:

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