4.2 Interventi di cooperazione in educazione e formazione degli insegnanti: il ruolo dell’università ed esigenze di valutazione di efficacia

COOPERAZIONE UNIVERSITARIA ALLO SVILUPPO IN AFRICA ORIENTALE: PROBLEMI ED  APPROCCI, AZIONI E METODI, PROPOSTE

Francesco Adamo – GEOPROGRESS Onlus

Il contribuito si fonda su alcune esperienze dell’autore e di altri ricercatori italiani , soci di Geoprogress  (Onlus), in Etiopia, Eritrea e Kenya.  Partendo dalla considerazione  delle principali carenze e necessità dei sistemi universitari  dell’ Africa orientale ,  evidenzia le difficoltà che incontra lo sviluppo della cooperazione con le università locali e gli approcci utili a superarle. Suggerisce a questo proposito, ed anche allo scopo di rendere più efficaci le attività di ricerca e di formazione, di collegare queste azioni a progetti di sviluppo, settoriali e soprattutto territoriali, promossi  da soggetti locali nel quadro di programmi regionali o nazionali e/o di cooperazione  internazionale.  E’ quindi evidente non solo l’opportunità, ma la necessità di una stretta collaborazione tra mondo universitario e ONG , sia dei paesi donatori  che dei paesi d’intervento.  Strumento per questa collaborazione, utile a superare rigidità e difficoltà di un coinvolgimento immediato delle strutture universitarie, può essere un’associazione come Geoprogress, che nella cooperazione internazionale svolge soprattutto tale ruolo d'intermediazione.  Gli interventi dei docenti-ricercatori italiani riguardano in primo luogo attività di ricerca  - connesse ai progetti di sviluppo, che possono riguardare specifici problemi delle università stesse - svolte in collaborazione con docenti-ricercatori locali. Essi prevedono anche seminari e corsi intensivi in loco, preliminari o comunque connessi, allo svolgimento delle ricerche ed eventuali corsi on line.  Inoltre,  svolgono  attività di assistenza tecnica e consulenza  per la realizzazione e gestione di progetti di sviluppo, promuovendo per quanto è possibile un approccio sistemico e partecipativo.  Un continuo monitoraggio dei risultati, in termini  quantitativi e qualitativi,  è proposto per valutare i programmi e ridisegnarli.

 

 

REALIZZARE E VALUTARE INTERVENTI EDUCATIVI E DI FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI IN CONTESTI DEL SUD DEL MONDO

Cristina Coggi – Università di Torino (Paola Ricchiardi - Università di Torino)

L’oggetto di riflessione è un modello di cooperazione elaborato da un gruppo di ricerca del DFE per implementare interventi di potenziamento cognitivo e motivazionale per la riuscita scolastica di alunni in contesti deprivati in alcuni Paesi del Sud America e dell’Africa.  Si prevedono le seguenti fasi. 1) Rilevazione dei bisogni del contesto e approfondimento teorico degli stessi per individuare strategie di intervento efficaci.  2) Pianificazione degli interventi sulla base delle esigenze emerse.  3) Collaborazione con docenti e professionisti locali, anche universitari, così per ripensare le azioni previste in funzione della cultura locale e delle possibilità organizzative e per creare una rete che dia continuità agli interventi.  4) Formazione di studenti universitari italiani, finalizzata a consentire loro di contribuire all’attuazione degli interventi nei Paesi della cooperazione, attraverso un percorso di formazione specifico che prevede approfondimenti teorici, laboratori e tirocinio in Italia.  5) Introduzione dell’innovazione nei contesti di cooperazione, con un progressivo affiancamento degli insegnanti locali.  6) Formazione di insegnanti locali, per la stabilizzazione dell’innovazione, sui quadri teorici e le strategie didattiche dell’intervento, le modalità di organizzazione e di verifica. Si tratta di una formazione-ricerca, in cui progressivamente i destinatari si impadroniscono dei principi che fondano il metodo e dei criteri adottati per strutturare l’intervento e vengono coinvolti nell’adattamento dello stesso e nella produzione di nuovi sussidi, secondo la logica della ricerca-azione.  7) Attivazione di ricerche-intervento, finalizzate a migliorare le strategie didattiche introdotte. Gli operatori vengono coinvolti nelle sperimentazioni pilota e nella documentazione e verifica dei risultati.  Emergono vantaggi per la comunità locale (insegnanti e alunni), per gli studenti universitari italiani e per la ricerca.

 

 

DALL'APPROCCIO DISCIPLINARE ALLA CULTURA DELL'INCLUSIONE: IL RUOLO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA NEL PROGETTO “EDUCAZIONE INCLUSIVA PER I BAMBINI CON DISABILITÀ IN KOSOVO

Federica Zanetti - Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell'Educazione

Il progetto, finanziato da Save the Children Italia Onlus e dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo, nel periodo 30/11/2012-30/04/2013, ha perseguito l’obiettivo generale di contribuire all’inserimento dei gruppi più vulnerabili nella vita economica e sociale in Kosovo a partire dalla scuola. Con il 50% della popolazione al di sotto dei 25 anni, l’implementazione di un’educazione inclusiva di qualità a partire dalla fase prescolare per tutti i cittadini, indipendentemente dall’appartenenza etnica, sociale, o dalla/e disabilità, rappresenta una priorità del Governo per lo sviluppo e la democratizzazione del Paese. Obiettivo specifico è quello di garantire l’accesso dei bambini con disabilità ad un’educazione pre-scolare e primaria di qualità in 8 municipi delle 7 regioni del Kosovo. Il piano operativo del progetto si è basato sulla collaborazione tra Save the Children, il MEST “Minister of Education, Science and Techology” della Repubblica del Kosovo, la Facoltà di Educazione dell’Università di Pristina e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione di Bologna allo scopo di: - implementare lo “Strategic plan for organizing inclusive education for children with special educational need in pre-university education in Kosovo”, redatto dal MEST; - fornire un supporto tecnico al MEST ed all’Università di Pristina per impostare un piano di formazione per i docenti e gli insegnanti di sostegno, basato sull’educazione inclusiva (istituzione del Master Course of Inclusive Education; rinnovamento dei Preschool Program e Primary Education Program nell’ottica dell’inclusione sociale); - vedere e conoscere il corso di studi di Bologna per la figura di insegnante di sostegno; - attivare e sostenere un processo di rinnovamento nella formazione degli insegnanti, che richiami alla funzione sociale della scuola e della professionalità e che possa essere fattore di innovazione nella qualità dei contenuti dei corsi nei nuovi percorsi formativi e nelle politiche sociali.

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