4.1 Sistemi di partenariato fra università e ONG nell’ambito dell’ingegneria, delle scienze e dell’architettura

ESEMPIO DI PARTENARIATO UNIVERSITÀ E ONG NEL SETTORE IDRICO-AMBIENTALE
Giorgio Cancelliere – Università di Milano Bicocca (Fabio Fussi, libero professionista)

Il master in gestione delle risorse idriche nella cooperazione internazionale è nato  dalla collaborazione con alcune ong facenti anche parte del Comitato di Gestione. Le ong partecipano attivamente fornendo esperti per  seminari e lezioni e  re-indirizzando gli argomenti sulla base dell’evoluzione della cooperazione internazionale.  Lo  stage su un progetto all'estero è una parte importante del master, pari a 20 su 62 crediti. Gli stage vengono studiati e concordati con le ong e fanno parte di un percorso formativo diventando  la componente  pratica di quanto discusso a lezione. Dal punto didattico rimane ancora da migliorare all’interno del corpo docente universitario la trasposizione in pratica di quanto insegnato  con esempi concreti  legati a progetti di cooperazione. L’attuale percentuale di docenti universitari è di circa il 50%, mentre gli altri provengono dal mondo della cooperazione internazionale. Durante gli anni, le ONG hanno contribuito a re-indirizzare le scelte didattiche (es.  nuovo corso di acqua per uso agricolo e ampliamento dei corsi GIS con una parte consistente di esercitazioni pratiche).  La collaborazione continua con le ONG è la garanzia fondamentale della attualità delle materie e tematiche toccate nel corso e delle conoscenze che servono alle ong stesse per valorizzare il contributo degli studenti durante  lo stage, in una prospettiva futura di impiego. Si sta discutendo dell’opportunità di sviluppare  dei corsi di aggiornamento per i docenti coinvolti nel master, individuando i mezzi per congiungere  le conoscenze tecniche alla esigenza progettuali .  Per aumentare la fase pratica del master si stanno costruendo sinergie con altre Università per allestire sessioni formative sul campo dove gli studenti possono mettere in pratica gli apprendimenti teorici. Una sinergia in tal senso eviterebbe duplicazioni  ottenendo risparmio di risorse e un miglior sfruttamento di infrastrutture logistiche, attrezzature e risorse professionali.

 

 

L'ESPERIENZA DEL CETAMB DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA

Carlo Collivignarelli – CeTAmb, Università degli Studi di Brescia (Sabrina Sorlini, Mentore Vaccari, Francesco Vitali - CeTAmb, Università degli Studi di Brescia)

Il CeTAmb opera dal 2000 con la finalità di promuovere la ricerca di tecnologie appropriate per la gestione delle problematiche ambientali (riguardanti principalmente: acque potabili, acque reflue, rifiuti solidi, energia) nei Paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda il partenariato Università-ONG numerose sono le esperienze del CeTAmb ad oggi sviluppate:

  • Partenariato diretto finalizzato al supporto tecnico alle ONG nei progetti di cooperazione: il CeTAmb collabora all’elaborazione e implementazione di progetti utili e sostenibili tecnicamente, socialmente ed economicamente. Particolare attenzione è data alla validità scientifica della collaborazione attraverso l’implementazione di metodologie di ricerca e analisi rigorose e riconosciute a livello internazionale. Questo ha portato alla partecipazione ad oltre 50 progetti di cooperazione internazionale e alla pubblicazione di circa 50 su atti di convegni o riviste internazionali.
  • Formazione rivolta agli operatori delle ONG: è di estrema importanza formare professionisti in grado di pianificare, realizzare e valutare attività di intervento e di ricerca nell’ambito della cooperazione integrata e multisettoriale. Il CeTAmb propone ogni anno momenti di formazione tecnica, tra i quali il Corso estivo, seminari di settore tenuti da ricercatori afferenti a varie discipline  per garantire il necessario approccio multidisciplinare e convegni internazionali (in programma a dicembre la X edizione)
  • Formazione rivolta agli studenti. Il coinvolgimento dei giovani nei progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo si è tradotto nell’elaborazione di oltre 50 tesi di laurea e nell’attivazione dal 1 gennaio 2008 del Dottorato di Ricerca in “Metodologie e tecniche appropriate nella cooperazione internazionale allo sviluppo”. Le finalità del dottorato sono la formazione d’eccellenza di giovani e la valorizzazione della ricerca come strumento per lo studio di soluzioni appropriate in campo sanitario ed ambientale.

 

 

BEYOND TRADITIONAL EDUCATION IN ENGINEERING: A SYSTEMIC APPROACH OPEN TO FIELD ACTIVITY. THE CASE OF ENERGY ENGINEERING AT POLIMI

Emanuela Colombo – Politecnico di Milano (Lorenzo Mattarolo, Riccardo Mereu – Politecnico di Milano)

According to UNDP (United Nation Development Organization) energy is strictly related to development. However a lack of engineers who operate with competence and with a global attitude still occurs. As highlighted by UNESCO (United Nation for Educational and Scientific Organization) in the rapidly changing world two key elements have recently assumed higher evidence: the need to enrich the curricula of future professionals with new contents and the relevance of scientific research and innovation for global development. Starting from this perspective, Politecnico di Milano has promoted and made effective the implementation of a new track on Energy for the Development within the MSc in Energy Engineering. It aims at combining engineering fundamental knowledge with a holistic approach to address global problems by using the required tools to assess economic, environmental and social impacts of any technological solution. Studies in this plan have the goal to prepare a professional figure with a broad knowledge in technical and scientific fields, able to operate in the energy sector at a multi-scale level, including the development of specific technologies and the energy analyses of different scenarios in different areas, aiming at promoting local sustainability and socio-economic growth. Two courses within the track are specifically tailored towards these aspects: “Development Economy” and “Engineering and Cooperation for Development”. The latter provides a methodological approach for cooperation projects dealing with technology, exploiting the Project Cycle Management principles and introducing the students to the principle of Ethics. Students are introduced to the evolution of the concept of development and to the roles of the different stakeholders such as Academia and NGOs. Indeed, the course directly involves some Italian NGOs, with the presentation of real cases in which students are then involved with a participative approach for their final project work.

 

 

MOTIVATIONS AND EVOLUTION OF THE COLLABORATION AMONG NGO AND UNIVERSITIES IN THE CHANGING WORLD OF INTERNATIONAL COOPERATION: THE LVIA EXPERIENCE

Italo Rizzi – ong LVIA (Giovanni Armando – Responsabile Ufficio Progetti LVIA)

The collaboration among NGOs and Universities for training, research and development in International cooperation has put into value an Italian system that promotes the applied research and the action-research as a pillar of innovation and as opportunity of growth for human resources. The presence of NGOs in specific context of which they have a consistent environmental, social and institutional knowledge and a clear understanding of the local path of development is useful to promote a demand-driven research. LVIA, which is an Association of Solidarity and International Cooperation, has implemented several collaborations with Universities, both in Italy and in foreign countries through: i) the co-management of an advanced training course of Agro-sylvo-pastoral Development of Rural Economy with the Sant’Anna School of Advanced Studies of Pisa, and the participation to several sessions of training (Univ. Bicocca, UNIFI, UNITO, UniRoma3) in areas where the NGO has developed a specific expertise which frequently combine a socio-institutional component, ii) the hosting of students for stages or researches on LVIA project in African countries and iii) the collaboration in project with high technical level (such as territorial analysis). A proper planning and follow-up of the collaboration among NGOs and Universities and of the student is a key success factor for the research studies and as opportunity of formation; unstructured collaborations frequently results into frustrating experiences that is exacerbated by the context of isolation. When projects have a component of studies, the timely and professional implementation of research is mandatory; the increasing know-how of local universities and of consultancy firms in southern countries has reduced the added value of a direct involvement of Northern Universities in technical assistance. Nevertheless as an opportunity we underline the common interest in putting into value the transformative research and the process of co-producing knowledge in the Italian formation system. Furthermore in an international cooperation context where a key role is given to immaterial cooperation with an essential components of innovation, capacity building, lobbying and advocacy, the regional and global knowledge networks, which includes Universities, NGOs and other CSOs have a chance to play an important and long lasting role.

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