6.3 Conoscere per cooperare meglio: il contributo delle scienze umane per una cooperazione interculturale allo sviluppo

THE POWER OF ETHNIC LABELING: THE ROLE OF INTERNATIONAL COOPERATION AND ACADEMICS COMMUNITY IN SHAPING THE NEW INDIGENOUS MOVEMENTS IN BOLIVIA

Lorenza Fontana - Sheffield Institute for International Development, University of Sheffield

Since the electoral victory of the Aymara coca growers’ leader Evo Morales in 2005, Bolivia has been undergoing a phase of political transition. Although this process was often considered a breakthrough in contemporary Bolivian politics, the elements of continuity with the previous three decades are as well relevant. One of the most important is the consolidation of a new discourse around the ‘indigenous’ that led to key instructional reforms inspired by the so-called ‘identity politics’. Indeed, with the end of the long cycle of military golpes, Bolivia has become a laboratory for testing of the political use of recognition. In order to succeed, the new indigenous movements developed new discursive categories that had a strong cultural and ethnic connotation and started to claim for the demorcation of their ancestral territories.  This phenomenon cannot be fully understood without considering the role of external actors, including international cooperation and the academics, and their active support in terms of funds and policy advising to the emerging indigenous movements. Under the influence of the international debate on multiculturalism, and of a wave of intellectual fascination towards indigenous issues, a multiplication of cooperation programs took place and a number of ad hoc organizations, often run by academics, with an ethno-developmentist focus emerged. However, the operationalization of the differences between social groups through ethnic categories, proved to be an extremely complicated task.  This paper will propose a theoretical perspective on normative paradigms inspired by the politics of recognition as well as a detailed analysis of the Bolivian case. In particular, it will focus on the role of both cooperation agencies and academic community in ‘shaping’ the new indigenous subject. This fact was at the bases both of a pluralizing political transition as well as of new tensions and social conflicts between rural (peasant and ethnic) movements.

 

 

SAFEGUARDING THE PAST TO GUARANTEE A BETTER FUTURE - THE ROLE OF ETHNO-LINGUISTICS IN THE NECOFA PROJECTS AMONG THE MARIASHONI OGIEK COMMUNITY

Ilaria Micheli - Università di Venezia Cà Foscari

Starting from the analysis of a real case-study, the paper aims to underline the positive evolution of a sustainable agro-forestal project aimed at the implementation of farming and beekeeping in a district of the Mau forest in Kenya, in which the ethno-linguistic component revealed itself to be not only functional to the aims of the technical parts of the project, but also fundamental to the constitution of a strengthened consciousness of the group as bearer of a proper valuable identity and of proper important cultural values. The project was thought in fact for the Ogiek community. Ogiek are traditionally hunters and gatherers, but in the last 30 years or so they have daily been obliged to confront with the ongoing destruction of their eco-system, due to deforestation and climate change. Therefore the NECOFA (Network for Eco-farming in Kenya), together with Manitese Kenya branch, decided in 2004 to start an educational project in eco-farming and beekeeping in the area. The ethno-linguistic component was added to the project in 2012, after an explicit request on the part of the Ogiek community, who accepted to join the then starting program of modern farming and beekeeping activities and to be “trained” in it, asking the NECOFA and Manitese to add in exchange a parallel project aimed at the safeguard of their traditional knowledge. After the project was implemented with an ethno-linguistic research, the community demonstrated to respond much better to the initiatives proposed by the responsible ONG (NECOFA). Ogiek in fact now feel their identity to be correctly valued, sustained and promoted and they accept to be involved in something they see as useful for them in the first place. Since then the project of NECOFA in the Mariashoni district have been implemented also with a project aimed at the constitution of an Ogiek cultural centre, a health care program for mother and babies and a project of eco-tourism.

 

 

L'ESPLORAZIONE DELLA COMPLESSITÀ: IL CASO DELLA ZIMBABWE BUSHPUMP COME ESEMPIO DI ASSEMBLAGGIO SOCIOTECNICO

Federico Silvestri - Università degli studi di Firenze

Il lavoro affronta la questione del significato di un intervento. Il problema è che di recente sono sempre più rari i casi trasparenti e non mediati, i fatti indiscutibili. Ogni questione d'interesse lega a sé una molteplicità di attori, centri di ricerca e industrie, scienziati in disaccordo tra loro, istituzioni giuridiche, amministrative e politiche, organizzazioni internazionali, militanti e manifestanti e altre persone interessate. Nell'attuale condizione cosmopolita di incertezza in un mondo globalizzato, la complessità -come prospettiva epistemologica- svolge un ruolo cruciale nel pensiero contemporaneo. Come imparare a descrivere le associazioni di coesistenza tra entità molteplici e diverse? Come agire di fronte all'eterogeneità delle informazioni necessarie e trovare strategie adeguate al contesto in cui ci si trova ad agire? Con il proposito di assumere un punto di vista situato, relazionale e dialogico, viene presentato il caso di studio relativo alla Zimbabwe Bushpump di de Laet e Mol, che prende in considerazione la molteplicità delle variabili interessate a questo particolare dispositivo tecnologico, oggi adottato in numerosi programmi di sviluppo. L'analisi sviluppa il tema della "fluidità" ad indicare la variabilità, l'adattabilità, la flessibilità del suo funzionamento e le molteplici identità in continuo movimento che rappresenta: oggetto a meccanica semplificata, sistema idraulico, istallato e mantenuto grazie alla partecipazione comunitaria, intervento igienico in grado di salvaguardare la salute e di contribuire alla costituzione della nazione. Attraverso un'analisi etnografica dell'organizzazione delle attività sociali viene adottata una normatività cosiddetta "da viaggio", adattabile e modificabile, ovvero fluida, ai diversi contesti. Si conclude con una riflessione sugli strumenti di mappatura delle connessioni relazionali e di sintesi delle informazioni utili a policy makers e ricercatori sull'esempio del progetto europeo MACOSPOL.

 

 

STRATEGIE DI GESTIONE E SFRUTTAMENTO DEL SUOLO NELL’AREA DI AKSUM (ETIOPIA SETTENTRIONALE)  TRA I MILL. A.C. E I MILL. D.C.

Luisa Sernicola - Università di Napoli "L'Orientale"

Le problematiche legate all’utilizzo e alla gestione dei suoli costituiscono un tema di grande rilevanza per l’Etiopia contemporanea dal momento che l’economia del Paese è basata in maggior misura sull’agricoltura. Questo è ancor più vero alla luce degli attuali processi di cambiamento climatico, degrado ambientale e in seguito alla progressiva inclusione dell’Etiopia all’interno del mercato globale.  Il presente intervento intende contribuire ad una ricostruzione sul lungo periodo delle dinamiche di interazione tra uomo e ambiente in Etiopia settentrionale attraverso l’analisi delle strategie di gestione dei terreni agricoli adottate nell’area di Aksum tra I millennio a.C. e I millennio d.C., durante le fasi di formazione, consolidamento e declino di Aksum come capitale politica ed economica dell’omonimo regno che, fiorito tra I sec. a.C e VII sec. d.C., rivestì un ruolo fondamentale negli scambi commerciali lungo il Mar Rosso tra Mediterraneo, Oceano Indiano e entroterra africano.  Indagini recenti di carattere archeologico, geologico, podologico e geoarcheologico condotte nell’area di Aksum nell’ambito di un programma di collaborazione tra l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e il Dipartimento di Scienze del Suolo e Nutrizione della Pianta dell’Università degli Studi di Firenze, hanno prodotto nuovi risultati circa le tecniche di coltivazione antica e tradizionale, l’organizzazione dei sistemi di terrazzamento per la gestione dei pendii e le dinamiche di interazione uomo-ambiente che hanno agito sul paesaggio nel corso del tempo. I risultati preliminari suggeriscono una possibile nuova interpretazione.

 

IDEOLOGIA E PRATICA NELLA POLITICA LINGUISTICA SUD SUDANESE

Mauro Tosco - Università di Torino (Stefano Manfredi - Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale')

Sulla base dei risultati, ancora provvisori, di una ricerca sul campo in corso, l’intervento si propone di analizzare gli aspetti ideologici della politica linguistica del più ‘giovane’ stato africano, il Sud Sudan, e di confrontarli con le pratiche comunicative, in particolare per quanto riguarda la situazione della capitale, Juba. In primis si delinea la situazione socio-linguistica del Sud Sudan, caratterizzata come quella di molti stati dell’Africa sub-sahariana da un elevatissimo grado di diversità etnolinguistica. Si analizzano quindi le strategie politiche adottate e le si compara alle politiche adottate prima dell’indipendenza (2011). Un’attenzione speciale viene riservata all’uso e alla diffusione del “Juba Arabic”, un creolo a base araba che è largamente usato come strumento di comunicazione interetnica.

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