5.1 Formazione all’estero per medici specializzandi

FORMAZIONE ALL’ESTERO PER MEDICI SPECIALIZZANDI

Giuseppe Costa - ..... (Marilena Bertini - medico, presidente CCM Italia; Guido Giustetto - medico, vicepresidente ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino)

Tutti gli studenti delle scuole di specializzazione della facoltà di Medicina e Chirurgia hanno la possibilità, nell'ambito dei rapporti di collaborazione didattico-scientifica integrata tra università italiane ed università' di Paesi stranieri o all’interno di progetti di cooperazione sanitaria, di svolgere un periodo massimo di 6 mesi di formazione specialistica in strutture sanitarie (accreditabili o già accreditate) in Paesi in Via di Sviluppo integrandolo nel percorso formativo senza interrompere la continuità didattica (comma 6, art. 40, D.lgs. 368/99). Lo specializzando ha l’opportunità di conoscere una realtà diverse dalla propria, approfondire competenze e abilità legate alla specializzazione, prepararsi a un impegno futuro nella cooperazione internazionale o ad affrontare le sfide della salute globale nel proprio paese, tenere corsi di formazione del personale locale, restituire i contenuti dell’esperienza tramite relazioni e/o la stesura della tesi specialistica. In generale questi progetti sono in gran parte affidati alla sensibilità e all’iniziativa dei singoli studenti o delle singole scuole di specializzazione. In Piemonte si sta sviluppando uno sforzo istituzionale per portare a sistema questa iniziative all’interno di una programmazione condivisa tra l’università, gli enti e le associazioni responsabili dei progetti di cooperazione sanitaria internazionale sotto il coordinamento dell’Ordine dei medici, che attraverso una sua apposita Commissione Solidarietà sta dando impulso a tutte le attività di cooperazione sanitaria dei professionisti medici. I principali ostacoli sono ancora da un lato le resistenze delle direzioni delle Scuole di Specializzazione che non sempre possono fare a meno del contributo di lavoro dei medici in formazione a favore del progetto di cooperazione, e dall’altro dalla difficoltà a identificare in modo condiviso i requisiti minimi che un progetto di cooperazione sanitaria dovrebbe soddisfare per essere accreditato nel percorso formativo della scuola di specializzazione. L’intervento illustrerà le caratteristiche costitutive e i risultati di alcuni di questi progetti di formazione nella cooperazione sanitaria al fine di identificare gli elementi critici per il successo dell’iniziativa e e discuterne le implicazioni per le politiche di programmazione delle università 

MASTER DI CHIRURGIA TROPICALE E DELLE ESPERIENZE UMANITARIE IN PARTNERSHIP CON MSF: LA FORMAZIONE DEL CHIRURGO PER I PAESI A RISORSE LIMITATE

E. Baggio - Università di Verona (M.Lorenzini, A.Momoli, F.Mazzarella, M.Paini, T.Cappellari, A.Pea - Università di Verona)

Il Master di II livello di chirurgia Tropicale e delle emergenze umanitarie viene attivato presso l’Università di Verona dall’AA 2010/2011, con l’obiettivo di  fornire ai Chirurghi che intendono svolgere la propria attività nei Paesi in via di sviluppo, in ambienti disagiati o durante emergenze umanitarie, le necessarie competenze teoriche-pratiche e organizzative per rispondere alle principali emergenze chirurgiche. Emergenze che in contesti a risorse limitate o durante catastrofi umanitarie richiedono competenze chirurgiche “allargate” alle principali branche chirurgiche e quindi oltre alla chirurgia generale, la capacità di gestire le urgenze ostetriche,quelle ortopediche, di chirurgia plastica, di chirurgia pediatrica, di urologia. 

Il programma teorico del Master è stato sviluppato con il Coordinatore di Medici Senza Frontiere ed ha come  Obiettivi pratici: safe surgery and safe anaesthesia (WHO guidelines); elementi di diagnostica radiologica ed ecografica (ECO fast - truck); elementi di semeiologia medica e chirurgica; gestione del politrauma, dei traumi toraco-addominali aperti e chiusi, del trauma cranico in contesto disagiato e senza immagini, delle emergenze ginecologiche e ostetriche con indicazioni al taglio cesareo e all’isterectomia e relative tecniche chirurgiche; cateteri e drenaggi in emergenza; ortopedia d’urgenza nell’adulto e nel bambino; gestione delle fratture degli arti (apparecchi gessati, trazioni, chiodi endomidollari e fissatori esterni); esecuzione delle amputazioni; gestione delle vie aeree e tracheotomia d’urgenza . Chirurgia di Guerra; gestione del sangue ed emorecupero; gestione medica e chirurgica del paziente gravemente ustionato; elementi di chirurgia plastica ricostruttiva d’emergenza; profilassi e trattamento della sepsi e dello shock settico; antibiotico terapia in contesto tropicale; nutrizione perioperatoria; gestione dello stress; il consenso; aspetti  etno-culturali e religiosi nei rapporti con i pazienti e con i famigliari. Comprende inoltre la frequenza dei Corsi ALS (Advanced Life Support) e PALS (Pediatric Advanced Life Support) per il supporto di base ed avanzato delle funzioni vitali dell’adulto e del bambino in condizioni critiche. Per quanto attiene al raggiungimento degli obiettivi pratici, è prevista la frequenza obbligatoria di un mese presso uno dei tre ospedali convenzionati con  il Master che si trovano in Burundi: l’ospedale di Mutoyi gestito dal VISPE di Milano, l’ospedale di Kiremba , gestito dall’ASCOM di Legnago e l’ospedale governativo di Ngozi in cui è attivo un programma di cooperazione alla formazione degli infermieri tra l’Università di Verona e la piccola Università di Ngozi. A tutt’oggi complessivamente si sono iscritti alle 3 edizioni del Master  24 studenti. Praticamente tutti gli iscritti al Master sono in possesso di una specialità: ovviamente prevalgono gli specialisti in chirurgia (16  ) seguiti da quelli in ostetricia e ginecologia (2 ) chirurgia plastica (2), urologia (2), chirurgia pediatrica(1), neurochirurgia (1). L’analisi dei questionari di valutazione del Master somministrati durante le 3 edizioni oltre a consentire , in particolare dopo la prima edizione, di modificare alcuni punti del programma di didattica frontale, ha consentito di valutare il grado di soddisfazione globale e nei confronti dei singoli moduli del Master. Grado di soddisfazione che nel 90% dei casi è stato di buono/ottimo ( insufficiente – sufficiente – discreto – buono –ottimo). 

PAESI A RISORSE LIMITATE NELLA FORMAZIONE CHIRURGICA DURANTE LA SPECIALITÀ: L'ESPERIENZA DELLE SCUOLE DI CHIRURGIA GENERALE E  VASCOLARE DI VERONA

E.Baggio, G.Armatura,  M.Moro, F.Panzeri,  P.Criscenti,  M.Tamburrino, C.Bassi

 

La formazione specialistica italiana, in particolare quella chirurgica, presenta molteplici problematiche: da un lato  il mancato raggiungimento degli standard formativi che l’adeguamento alle leggi europee prevede, dall’altro una scarsità di esperienze formative al di fuori delle strutture Sede di scuola con la conseguenza che in molte Scuole viene meno anche la “visione allargata” che la formazione specialistica dovrebbe avere, pur prevedendo la legge istitutiva della Formazione specialistica la possibilità di un periodo formativo all’estero di 18 mesi. Quest’ultima possibilità viene in realtà recepita dai Consigli delle Scuole di Specialità come possibilità di frequentare strutture di alta specializzazione in paesi a sistema sanitario ritenuto superiore al nostro. In realtà parte di questi 18 mesi potrebbe essere effettuata in strutture sanitarie di Paesi a Risorse limitate, fatti salvi alcuni prerequisiti  che è responsabilità del Consiglio della Scuola verificare:

  1. Un contesto ambientale con garanzie di sicurezza;  
  2. Presenza in loco di un Chirurgo esperto con compiti di Tutore nei confronti dello specialista in formazione;
  3. Richiesta dello/a Specializzanda/o  iscritti almeno al III anno di specialità.                                                                                                                                       

L’esperienza delle Scuole di Specialità di Chirurgia Generale e Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Verona è iniziata sulla scia di un progetto di collaborazione alla formazione di infermieri di livello Universitario tra l’Università degli Studi di Verona ela piccola Universitàdi Ngozi (Burundi). Quest’ultima  nata dopo la guerra per la volontà delle due etnie locali  che ha visto molti Docenti veronesi coinvolti negli insegnamenti. A questa prima fase del Progetto, ha fatto seguito il coinvolgimento nella collaborazione alla formazione pratica presso l’ospedale governativo regionale, in particolare per le specialità di area chirurgia con l’ulteriore obiettivo di formazione nei confronti dei chirurghi dell’ospedale  Questo ha permesso di creare una rete di relazioni con altri due ospedali della regione gestiti da associazioni italiane: l’ospedale di Mutoyi gestito dal VISPE di Milano, e l’ospedale di Kiremba gestito dall’ASCOM  di Legnago. In questi due ospedali era, a differenza dell’ospedale governativo di Ngozi, che impiegava giovani medici obbligati nei primi anni dopo la laurea a lavorare in periferia, garantita la presenza di un chirurgo esperto con funzioni di Tutor. Salvo alcune esperienze sporadiche, negli anni precedenti, la maggior parte degli stage è avvenuta dopo il2008 afronte di una maggior sicurezza nel paese per il progredire del processo di pacificazione tra le diverse etnie . Gli specializzandi che a tutt’oggi hanno usufruito della possibilità di fare un’esperienza in Burundi sono 11: 7 di genere femminile (pari al 63%) e 4 di genere maschile (pari al 36%). Nella maggior parte dei casi iscritti agli ultimi tre anni della scuola di specialità, sia per quanto si riferisce agli iscritti di chirurgia generale che di chirurgia vascolare. Nella valutazione dei risultati delle esperienze fatte, accanto all’acquisizione di competenze tecniche “allargate” nel senso che il termine chirurgia ha nei paesi a risorse limitate un significato omnicomprensivo nei confronti della maggior parte delle patologie che qui appartengono a specialità affini quali l’ostetricia, l’ortopedia, la chirurgia plastica, l’urologia, è particolarmente importante la valutazione dei risultati in termini di esperienza umana di  Diffusione dei valori della solidarietà e della cooperazione internazionale. In un mondo sempre più globalizzato, l’esperienza formativa in una struttura di un paese a risorse limitate, fa dello specializzando un uomo diverso e conseguentemente un professionista della salute diverso.

 

 

HUMANITARIAN MEDIC: AN INNOVATIVE TRAINING PROGRAM FOR HUMANITARIAN PROFESSIONALIZATION OF AID WORKER IN ANESTHESIA AND INTENSIVE CARE MEDICINE DURING RESIDENCY PROGRAMS

Luca Ragazzoni - CRIMEDIM - Centro di Ricerca Interdipartimentale in Medicina di Emergenza e dei Disastri e di Informatica Applicata alla pratica Medica. Università del Piemonte Orientale 'A. Avogadro' (Ingrassia Pier Luigi, Marco Foletti, Alba Ripoll, Francesco Della Corte – CRIMEDIM)

 

Over the last few years, international concern has been risen regarding the need of professionalization in humanitarian assistance. Regardless of the skills related to their respective specialties, humanitarian health providers are required to gain a global understanding of the humanitarian sector. Moreover, engaging in international conventions among developed health centers and host low-income countries has been defined by the international literature as an innovative strategy to set up new research projects in underserved settings. However, in order to comply with both university training curriculum and humanitarian requirements, international apprenticeships on the field need to be properly designed and integrated in residency programs.  The Research Center in Emergency and Disaster Medicine (CRIMEDIM) at the Università del Piemonte Orientale wishes to develop a training program to promote the professionalization of Italian residents in anesthesia and intensive care medicine in the field of humanitarian and disaster medicine, in collaboration with different national NGOs and with the active participation of other academic and non-academic organizations recognized at national and international level.  This training program will aims at creating professional health workers capable of proficiently take part to international humanitarian aid programs which require high competence in anesthesia and intensive care medicine, alongside with a common background encompassing tropical medicine, maternal and child health, public health during emergencies, and disaster medicine.  Self-learning, distance learning, high fidelity and virtual reality simulations, internship and apprenticeship, thus training on the field, will be the most relevant didactic tools used in this training program. It will last 7 months, divided in 9-week distance learning, 2-week internship in pediatric emergencies, 1-week residential workshop and 4-month apprenticeship on the field.  

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